Fu il tatuaggio sul suo petto a lasciarmi senza fiato. Ali. «Un angelo?» domandai, sfiorandolo con le dita. «Una fenice.» Mi lanciò uno sguardo penetrante. «Sei tornato in vita?»
Scosse la testa. «Continuo a farlo ogni giorno.»
Non aveva inciso i suoi ricordi sulla schiena, dove potevano essere nascosti agli occhi e dimenticati, bensì li aveva tatuati sul petto, al centro. Per ricordarsi che quelle erano le ceneri da cui sarebbe sempre rinato.