L'amore non guasta | Jonathan Coe
Magliette appallottolate, calzini sparsi dappertutto, letto sfatto, resti di cibo pietrificati sul tavolo, luce fioca, ragnatele agli angoli del soffitto, Jonathan Coe ci ha abituati alla contemplazione nitida e cruda di questi scorci, di queste squarci di vita incompiuta per studenti universitari. Si direbbe che per lui il momento in cui si decide il destino di un individuo non sono i primi tre o dieci anni, come suggerisce la psicoanalisi, ma quella sconfinata adolescenza e quel perpetuo fuoricorso che cominciano subito dopo aver lasciato il liceo e la famiglia; quel vegetare nel calore debole ma protettivo di un'università di provincia seguendo la trafila delle sessioni, degli esami, della laurea, di una tesi di dottorato sempre da scrivere e mai scritta. Il protagonista di questa storia si chiama Robin. Si è laureato a Cambridge ma da oltre quattro anni sta preparando il dottorato a Coventry, cittadina rasa al suolo due volte, prima delle bombe tedesche poi dall'ultra liberismo della signora Thatcher che, in queste giornate del 1986, sta dando manforte al suo amico Reagan nel bombardare la Libia. Un clima di imminente catastrofe planetaria riverbera nella vita di Robin, nel male oscuro che lo abita e che lui abita: allude a quella misteriosa tesi di dottorato di cui nessuno ha visto un rigo e ulcera il ricordo di un amore lontano e mai dichiarato che tortura come in primo giorno. In questo secondo romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1987, Jonathan Coe tesse i primi fili di quell'immensa tela che sarà La famiglia Wishaw..